Uno studio sulla specie Arabidopsis thaliana ha scoperto il principio che permette agli alberi di regolare l’angolo di crescita dei rami, caratteristico di ciascuna specie vegetale. Il fenomeno già noto del gravitotropismo, che consente alle piante di riprendere la direzione di crescita verticale quando vengono forzatamente piegate in orizzontale, è controbilanciato da un anti-gravitropismo: il risultato è uno sviluppo in diagonale. Dalla ricerca è emerso inoltre che entrambi i fenomeni sono regolati da un unico ormone di crescita, l’auxina.
I rami di ogni specie vegetale crescono seguendo un proprio angolo caratteristico, che ne determina la struttura: guardando un pioppo si può notare per esempio che i rami crescono quasi in verticale, mentre in una quercia sono molto più allargati. Ma come fanno le piante a stabilire quale angolo devono mantenere i loro rami?
In realtà, l’unico parametro fisico che può essere utilizzato dalla pianta come riferimento è la direzione verticale della forza di gravità: se il fusto di una pianta viene forzato a stare in posizione orizzontale o diagonale, i rami si riorientano in modo da mantenere l’angolo di crescita rispetto alla gravità originario.
Nel caso del fusto, che cresce in verticale, il meccanismo di orientazione è ben noto, ed è detto geotropismo o gravitotropismo: specifiche cellule denominate statociti rilevano che la pianta è stata piegata, incrementando la concentrazione di auxina, un ormone di regolazione della crescita, sul lato più basso del germoglio, e innescando così una crescita verso l’alto. Quando il ramo in questione riprende la direzione verticale, la stimolazione degli statociti cessa e la crescita curva si ferma.
I rami che hanno un meccanismo anti-gravitotropico debole crescono più vicini al fusto, come nel caso dei pioppi; viceversa quelli in cui esso è relativamente forte risultano molto più allargati, dando luogo a una chioma più ampia.
Stefan Kepinski Università di Leeds,“Current Biology”