5 luglio, Basilica di Massenzio, Roma ore 21

Quando un’era finisce e ne inizia un’altra, capita che ci troviamo sconcertati. Ma la forza che si è liberata era leggibile e prevedibile. Laszlo Krasznahorkai

Era stato legato piuttosto bene, eppure ora si è in qualche modo slegato, e noi sappiamo soltanto che è stato sciolto dalla stessa forza che a suo tempo l’aveva legato, nient’altro, o per lo meno sarebbe molto stupido affermare, rappresentare, denominare, categoricamente tale forza, la liberazione di tale forza, questo sistema incommensurabile, inestricabile, il veramente incommensurabile, il veramente inestricabile, ossia : questo funzionamento per noi eternamente incomprensibile dell’inevitabile casualità, riguardo alla quale noi abbiamo cercato e trovato delle leggi, ma che in realtà non siamo affatto riusciti a comprendere nel corso degli eroici secoli passati, e indubitabilmente non potremo in alcun modo conoscere nemmeno in futuro, perché eravamo e siamo e saremo capaci di conoscere solamente le conseguenze di questa inevitabile casualità, quei terribili momenti quando infine la frusta colpisce, quando cioè la frusta sferza la nostra schiena, e in qualche modo la frusta colpisce anche all’interno di quell’universo casuale che chiamiamo mondo, e allora ciò che era legato viene slegato, ossia quando viene liberato, liberandosi si abbatte sul mondo ciò che noi uomini ripetutamente e in continuazione definiamo nuovo e mai sperimentato, sebbene non sia davvero definibile né nuovo né mai sperimentato, perché era qui fin dalla creazione dell’universo, o per essere più precisi : è arrivato insieme con noi, ancor più precisamente: attraverso di noi, ma sempre in maniera tale che noi fossimo e siamo capaci di percepire con sensatezza il suo arrivo solamente a posteriori, quando è già qui, quando ci rendiamo conto che è di nuovo qui, perché ci trova sempre impreparati, eppure dovremmo essere consci che il suo essere legato è solo temporaneo, dovremmo sentire il rumore delle sue catene che allentano sfregandosi l’una contro l’altra, dei nodi che si slacciano sfrusciando, sebbene fino a quel momento quelle funi fossero legate ben strette, grazie alla nostra sensibilità interiore dovremmo sapere che sta per liberarsi, e anche questa volta sarebbe dovuto succedere cosi, avremmo dovuto sapere che sarebbe andata cosi,che sarebbe arrivato, e invece ce ne siamo resi conto solo quando ormai era già qui, sempre che ce ne siamo resi conto, perché il problema era già qui, e noi abbiamo constatato di essere impotenti, intendendo con ciò che eravamo impotente anche prima, perché lo siamo, quando si tratta di ciò, da sempre impotenti e indifesi, tuttavia avevamo cosi poca voglia di rendercene conto che proprio nelle prime ore dell’attacco abbiamo preferito iniziare ad appurare cosa fosse successo, come era successo, chi era stato, perché l’aveva fatto, abbiamo iniziato a occuparci del fatto che erano crollate quelle due Grandi Torri, che era franato il Pentagono, e di come erano crollate, e di come era franato, e di chi era stato, e di come aveva fatto a farle crollare e a farlo franare, eppure avremmo dovuto occuparsi prima di tutto, e infatti ormai dobbiamo veramente occuparcene, di riuscire finalmente a capire che non comprendiamo ciò che è davvero successo, il che del resto non è nemmeno una gran sorpresa, poiché la presenza di ciò che fino a ora era legato piuttosto bene, ma che ora si è in qualche modo sciolto segnala sempre, senza eccezioni che è iniziata un’ennesima nuova grande epoca del mondo, segnala che la vecchia era è finita, che ne è iniziata una nuova, sebbene a questo riguardo noi “non fossimo stati interpellati”, anzi, non ci siamo nemmeno accorti di quando è successo tutto ciò, non abbiamo neanche avuto il tempo di iniziare a parlare di “svolta” o di “grande cambiamento d’epoca”, quando proprio rendendo ridicolo il carattere transitorio della svolta e del cambiamento, ci siamo accordi che tutto a un tratto stavamo già vivendo in un mondo nuovo, di cui non stiamo capendo assolutamente nulla, perché tutto di noi è invece rimasto vecchio…

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