Confronto intergenerazionale.
Guerra di ieri e guerra di oggi.
Guardarsi indietro per guardare avanti.
Questo, lo scopo della presentazione del libro Anita, un nome, un destino, prevista per domani alle 18.30 per Etnocaffè, il laboratorio didattico-esperienziale che vede la sinergia di tre realtà: la farmacia Etnopharma di Laura Roselli (https://www.etnopharma.com/), il ristorante La Limonaia di Cesare Grandi (https://www.lalimonaia.org/), e il Policlinico, Centro di Ricerca e Formazione La Torre di Maurizio Grandi (https://www.la-torre.it/), in via Mario Ponzio 10, Torino.
C’è un momento nella Storia, in cui passato e presente si incontrano nel tempo di Aiόn, (αἰών, dall’arcaico αἰϝών, aiwón) immutabile e trascendente che sigilla l’eterno, in uno stato destinato a non mutare.
αἰών, dall’arcaico αἰϝών, aiwón) è il tempo immutabile e trascendente che sigilla l’eterno, in uno stato destinato a non mutare.
Anita. Donna, innamorata, fedele, fiera.
Sicura di quelli che erano i valori fondamentali: il Rispetto per la vita, il Dolore, il Sacrificio, l’Amore a tutti i costi ma non a qualunque costo.
Donne di ieri e Donne di oggi.
Uomini di ieri e Uomini di oggi.
Generazioni allo specchio.
Cari ragazzi,
tra le tante, tantissime cose che dovete ancora imparare, e che i vostri insegnanti dovrebbero sin d’ora spiegarvi, è che non si può commettere errore più grosso e più presuntuoso del giudicare i pensieri e le gesta di coloro che avevano la vostra età o poco più settant’anni orsono, cioè che operarono in un mondo che non somiglia nemmeno di lontano a quello in cui voi siete nati e vivete.
Dall’Italia massicciamente contadina di allora emigravano o tentavano di emigrare ( perché i Paesi più ricchi contingentavano le immigrazioni ) un milione di lavoratori all’anno, quasi tutti zappaterra e badilanti. Il regime fascista aveva spremuto le tasche del contribuente italiano per finanziare il prosciugamento delle paludi pontine e la bonifica del Tavoliere di Puglia (che, per le tecnologie di allora, furono considerate imprese quasi eroiche) e in Libia il vicerè Italo Balbo non badò a spese per convertire ad uliveti, grazie al sudore dei braccianti veneti, le sabbie della Sirte. Questa è l’Italia in cui sono cresciuto io, non in cui state crescendo voi. E’ in quell’Italia affamata di terra che maturò l’impresa di Abissinia che raccolse il consenso di tutti gli italiani, compresi gli antifascisti emigrati all’estero che, per darvi un contributo, mandarono alla Patria (parola che probabilmente dal vostro vocabolario è stata depennata, ma che in quello nostro campeggia va a tutta pagina) le loro fedi d’oro.
Fu un’illusione ? Certo che lo fu. Ma io non mi vergogno di averla avuta, a vent’anni, condivisa, e non sono minimamente disposto a renderne conto a dei ragazzetti come voi.
La maturità è per voi un traguardo ancora molto lontano. Se potessi darvi un consiglio, vi darei quello di guardarvi da giudicare col senno di oggi, cioè con quello del poi, i fatti che si svolsero in un contesto del tutto diverso, e i loro protagonisti. Io non mi son mai sognato di domandare a Silone, Valiani, Koestler, Orwell, De Passos, come mai erano stati, a vent’anni, comunisti.
Comunque , ricordatevelo: per giudicare degli Uomini, bisogna esse Uomini.
Mi auguro che lo diventiate .
(Indro Montanelli)