Cuore, terme e valvole.
Quale legame li unisce nell’anatomia e nella storia?
Adam Christian Thebesius, italianizzato in Tebesio
(12 gennaio 1686 – 10 novembre 1732),
anatomista tedesco,
descrisse le sottili vene
che sfociano nelle camere cardiache,
conosciute come vene di Tebesio,
o venae cordis minimae.
Fu medico ufficiale (Stadtphysikus)
della città di Hirschberg in Riesengebirge,
l’attuale Jelenia Góra, nella Slesia polacca, dal 1715,
esercitando nella stazione termale di Warmbrunn.
Situata al piede settentrionale dei Reisengebirge,
a 347 m.s.m., sul fiume Zacken,
ha sorgenti solfato-bicarbonato-sodiche termali (da 25° a 43°)
usate per bevanda e bagni.
SOLFATO – Svolge una naturale e continua azione di desquamazione e rinnovamento cellulare nei tessuti danneggiati dalle infiammazioni.
BICARBONATO – Neutralizza l’ambiente acido creato dai processi infiammatori prevenendo i fenomeni di automantenimento. La sua azione a livello delle terminazioni nervose è responsabile dell’azione analgesica, sedativa e miorilassante.
Dalle terme al cuore.
Valvole e idraulica.
La valvola di Tebesio
o valvola del seno coronario,
è una piega dell’endocardio
che permette al sangue refluo
di tornare nell’atrio destro
a seguito della sistole ventricolare.
( De circulo sanguinis in corde, 1708)
Lo raccoglie e lo rimette in circolo
perpetuando il giro incessante
della giostra della Vita.
Questi erano Medici,
che, con spirito critico e raziocinio,
guardavano e scoprivano il Mondo.
Acqua in movimento. Sangue in circolo.
Acque termali che trasportano vettori di idrogeno, zolfo e elettroliti,
sangue che ritorna nel circolo tra ferro e ossigeno.