Vorrei iniziare questo nuovo anno pensando alla celebre frase di Joseph Pulitzer secondo cui: “Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
La prima buona notizia di questo 2016 appena iniziato è per tutti gli ottimisti – che credono nel potere liberatorio della verità – in un articolo scritto da una oncologa che da anni studia i tumori infantili, che si intitola “Tumori pediatrici, la verità ‘dimezzata’ sui dati delle guarigioni”, pubblicato sul Fatto Quotidiano.
L’indignazione e lo sconforto della dott.ssa Patrizia Gentilini, che nel web ha trovato grande consenso e plauso dei poveri lettori vittime – come tutti – di un sistema che manipola le notizie, fornendo informazioni parziali e fuorviate trae spunto da un incredibile articolo del Corriere della Sera che il primo gennaio 2016 ha invitato i lettori a donare a donare 50 centesimi all’Airc per la ricerca sui tumori pediatrici, spiegando una pretesa “buona notizia” del 2015 “secondo cui ogni anno 1500 bambini italiani sotto i 14 anni si ammalano di cancro, ma l’80% di loro, grazie agli eccezionali progressi della ricerca, oggi guarisce”.
Ebbene ad un attento ed esperto esame del sito di quella stessa AIRC che ha fornito i dati al giornalista del Corriere della Sera, emerge invece che il dato dell’80% si riferisce non alla guarigione ma alla semplice “sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi”, che è cosa ben diversa dalla guarigione.
Che dire?
Spesso non esiste un’unica verità.
Nel processo gli avvocati sanno quale è la differenza che intercorre tra verità processuale e giustizia sostanziale.
Ogni avvocato sa bene che “ciò che non esiste agli atti del processo non esiste “, per cui quale sia la verità, il difensore può e deve stare agli atti.
A un avvocato e a un imputato interessa esclusivamente la verità che viene accertata dai giudici alla fine di un lungo processo e può non essere la vera verità, la verità sostanziale.
Gli scienziati considerano la “certezza scientifica” non tanto come una verità, ma come un’affermazione che è stata sottoposta a un procedimento metodologico che l’ha convalidata con un certo grado di fiducia.
Ma quando si parla di tumori pediatrici e di raccolta fondi per sostenere la ricerca che dovrebbe “guarirli” la verità deve avere la V maiuscola.
L’uomo ha bisogno di valori per dare un senso alla propria vita.
E così un medico ha bisogno di rispetto della verità per dare un senso alla sua professione, come ha giurato pronunciando le parole di Ippocrate.
I principi e i valori che, sin dall’antichità, hanno ispirato e guidato la pratica professionale della medicina hanno sempre obbligato il medico ad agire per il massimo beneficio del paziente, vietando qualsiasi intervento che potesse arrecargli danno o che andasse contro i valori morali prevalenti nella società.
Ecco il punto critico allora: quali sono oggi i valori della nostra società? Il 26 maggio 2015 il prof. Richard Horton, caporedattore del Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche mondiali ha dichiarato che “moltissime delle ricerche pubblicate sono, nella migliore delle ipotesi, inaffidabili, se non completamente false”.
E se questo non bastasse per capire in quale società malata oggi viviamo, pensiamo anche a quanto affermava lo scorso anno il biologo americano che ha vinto il premio Nobel per aver scoperto il meccanismo che regola il trasporto delle molecole nelle cellule: Randy Schekman ha affermato in un articolo sul Guardian che “la scienza è a rischio: non è più affidabile perché in mano a una casta chiusa e tutt’altro che indipendente”.
Siamo all’inizio di un nuovo anno.
Un anno che si apre con un articolo sul Corriere della Sera che mistifica la verità sullo stato attuale della ricerca sui tumori infantili e con un articolo sul Fatto Quotidiano che pare avere il coraggio di portare alla luce del giorno i segreti scomodi di una grande associazione, che svolge attività di raccolta fondi sulla base di informazioni scientifiche non chiare.
Penso ad Arthur Schopenauer per il quale “ogni verità passa attraverso tre fasi: prima viene ridicolizzata; poi è violentemente contestata; infine viene accettata come ovvia”.
È questo l’auspicio per i dati veri sullo stato della ricerca scientifica, portati in luce dalla oncologa dott.ssa Gentilini.
Bertolt Brecht scriveva che “chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente”.
Io credo nell’uomo. Quello con la U maiuscola.
E spero che il 2016 possa essere l’anno del cambiamento. Perché si può iniziare a fare ricerca per scoprire le cause delle patologie che mandano in Cielo sempre più bambini. Scoprirle e cercare di innescare processi adeguati per eliminarli.
Per salvare i nostri bambini. Si può e si deve perchè “un fedele della Verità deve essere sempre pronto a correggersi e ogni qualvolta scopra di essere nel torto deve confessarlo, costi quel che costi”, come diceva Gandhi.