Illusi da una stagione turistica particolarmente positiva, gli operatori del settore si guardano bene dalla fatica di un’analisi e di uno studio sulle prospettive.
Meglio far finta di credere che il terrorismo in giro per il mondo proseguirà in eterno obbligando i turisti a disertare Egitto e Tunisia, Parigi e Londra, e convogliando i vacanzieri verso l’Italia.
Vietato pensare a come potrà cambiare il turismo con l’arrivo sulla scena dei Millenials, poveri di anni e di disponibilità economiche. Troppi operatori preferiscono rispolverare le vecchie strategie anni 70, cemento e prezzi alti. Si confonde l’offerta di servizi con l’offerta di nuovi hotel e di nuovi appartamenti in vendita e in affitto.
Si sognano mega comprensori sciistici che distruggeranno valloni incontaminati proprio mentre il 40% di chi soggiorna in montagna d’inverno non scia per nulla.
Si vogliono nuovi impianti, a quote sempre più elevate, per ampliare i mesi turistici mentre nei paesi i negozi restano chiusi perché le vacanze degli operatori sono pur sempre sacre.
Si sogna un turismo di elite ma a questi turisti ricchi e famosi si offrono sentieri invasi da rovi e prezzi doppi o tripli rispetto al normale.
Così, mentre dal Veneto alla Sicilia si festeggiano incrementi delle presenze superiori al 20%, qualche ex perla delle Alpi – distrutta da orrendi condominii e da pessimi alberghi – non riesce ad avere il tutto esaurito neppure a Ferragosto.
Però i responsabili di questo disastro si offrono per replicarlo nelle vallate vicine. L’importante è costruire.
Poi i turisti ricchi di tutto il mondo arriveranno, conquistati da prezzi assurdi per servizi scadenti.
Alla ricerca non di valli incontaminate ma di gas di scarico dei fuoristrada che percorrono sentieri un tempo riservati agli escursionisti.
E i Millenials?
Per loro non c’è posto sulle montagne 4.0.
Loro dovranno ripiegare sulle escursioni in località sfigate, dove la natura è sacra, dove i montanari non sono diventati imprenditori e speculatori.
Dovranno convivere con camosci e stambecchi, con marmotte e rododendri, con baite e rascard.
Un turismo di serie B, secondo gli speculatori.
Ma quando i ricchi cinesi si saranno accorti che, per gli stessi prezzi, possono ottenere servizi molto più accurati in altre parti del mondo, quando i ricchi nordeuropei avranno scoperto che dall’Asia alle Americhe possono trovare montagne più alte, forse anche gli operatori turistici italiani dovranno riscoprire i Millenials e la loro ricerca di autenticità.
Ma i valloni distrutti non torneranno mai più ad essere autentici.

Augusto Grandi

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