In ANTEPRIMA ITALIANA a Biografilm Festival 2016, il documentario shock sui migranti che in questi mesi tentano di oltrepassare le barriere della frontiera spagnola nel nord del Marocco.
«Un capolavoro di empatia e di immaginazione morale.» Joshua Oppenheimer, regista di “The Look of Silence”
«Lo sguardo di oggi sull’immigrazione è schiacciato dall’attenzione sui punti di scontro. Spazi e momenti molti stretti dove l’impatto è sempre drammatico. Non c’è quasi mai l’occasione e il tempo di fermarsi prima di quell’impatto. Les sauteurs è questa occasione. Perderla è come chiudere gli occhi e non poter capire.» Andrea Segre, regista di “La prima neve”
Presentato alla Berlinale 2016, a Biografilm Festival 2016 – International Celebration of Lives, nella sezione Focus No Borders, l’anteprima italiana di LES SAUTEURS (Quelli che saltano), il documentario shock sulla vita e sull’attesa dei migranti che in questi mesi tentano il tutto e per tutto per entrare nell’enclave spagnola di Melilla, vessillo europeo in terra marocchina.
Sono più di mille sul monte Gurugu, in Marocco, a cercare di oltrepassare le tre barriere di metallo e lamiera che li separano dall’Europa, l’“Eldorado”, il futuro. Abou Bakar Sidibé è uno di loro, un giovane maliano vissuto su quella montagna, che, grazie ai registi Moritz Siebert e Estephan Wagner, ha preso in mano la telecamera per testimoniare la sua vita e quella dei suoi compagni, senza filtri né fiction, tra attese, partite di calcio, ferite e attacchi della polizia locale.
L’occhio di Abou ci mostra quanta vita c’è al di qua del muro: una vita ammassata e precaria, ma a suo modo piena di progetti e di voglia di riscatto. Abou ci accompagna dentro le storie degli abitanti del monte Gurugu, del loro passato e dei loro desideri di futuro, attraverso la quotidianità di una comunità di soli uomini che attendono il momento del salto, tra fame e attese, ma anche partite di calcio e sessioni di rap improvvisate. Mentre elaborano delle strategie, si fasciano le ferite provocate dal filo spinato delle recinzioni e dalla polizia, le immagini a infrarossi delle telecamere di sorveglianza ci mostrano i tentativi di salto: quel salto oltre il muro che è la porta, reale e metaforica, dell’Occidente, la loro unica speranza per il futuro.