Al centro di ogni corolla di Crocus sativus spiccano tre stimmi cremisi, organi sessuali femminili del fiore. Rimossi e asciugati, diventano: ZAFFERANO.
Ma, per diventarlo, il croco deve essere raccolto: con il picco di calore del giorno i boccioli iniziano ad appassire e avvizziranno del tutto entro il tramonto.
L’intero raccolto arriva e se ne va nel giro di due settimane. I boccioli devono essere raccolti e gli stemmi rimossi a mano: poiché i fiori sono troppo delicati. Ci vogliono tra i 70.000 e i 100.000 fiori per produrre un chilo di zafferano.
Dipinti rupestri di 50.000 anni fa in Iraq hanno tracce di zafferano.
Gli antichi greci lo usavano per tingere i propri abiti, e veniva commercializzato lungo il Mar Rosso, dall’Egitto all’Arabia meridionale, durante il primo secolo d.C..
Cleopatra ci si faceva il bagno.
In Spagna era coltivato almeno dal 961 d.C.; alla fine del Trecento, passò anche in Italia, grazie a un frate domenicano, Inquisitore in Spagna.
Diversi paesini inglesi diventarono centri di produzione di zafferano, saffron.
Il più famoso cambiò il proprio nome in Saffron Walden e nel suo stemma, tre crochi circondati da una serie di mura robuste.

Lo zafferano è la spezia più cara al mondo.
Nel 2013 un’oncia di zafferano (circa 30 grammi) costava trecentosessantaquattro dollari, la stessa quantità di vaniglia costava otto dollari, di cardamomo tre dollari e settantacinque.

Quando viene usato come colorante, la spezia conferisce un colore intenso ai vestiti, non particolarmente resistente al lavaggio e ai capelli: si dice che Alessandro Magno lo usasse per far risplendere i suoi riccioli come se fossero d’oro.
1550 anni prima di Cristo, i medici egiziani lo usavano per preparare le droghe medicamentose (Papiro di Ebers “Papiro medico”, la Bibbia, il Cantico dei Cantici del Vecchio Testamento..
”…nardo, croco, cannella, cinnamomo con tutte le piante di incenso, mirra ed aloe con tutti i balsami migliori…” ).
Plinio il Vecchio (“Historia, XXI, 81 e 82”), ricorda un unguento chiamato “crocomagna” per la cataratta.
”Lo zafferano non si scioglie in miele, ma con la massima facilità nel vino o nell’acqua e lo si utilizza per
– crampi uterini

  • ulcere gastriche
  • infiammazioni vescica, fegato e polmone
  • antipruriginoso
  • ipnoinducente
  • afrodisiaco “

(Plinio “Storia Naturale” XX Libro Capoverso 8)

Nel Rinascimento era usato come calmante della tosse, regolatore metabolico e digestivo.
Studi recenti ne mostrano l’uso nella sindrome premestruale, nelle virosi, nel diabete, nella maculopatia e nella depressione (Hossein).
Nella fame nervosa o “eating emozionale”.
Le persone tendono a mescolare le emozioni con l’assunzione di cibo e ad usare il cibo per far fronte alle emozioni che incontrano ogni giorno.

Ansiolitico, antidepressivo, regolatore della fame nervosa e compulsiva, diminuisce la sindrome premestruale e induce il sonno.

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