Guérir parfois, soulager souvent consoler toujours.

Globalizzare l’empatia, la sensibilizzazione,
perché nessuno rimanga indifferente alle invocazioni di aiuto del prossimo.
Assicurare l’accesso alle cure per opporsi ad un’economia dell’esclusione che semina vittime.

Religioni e Filantropia, peculato in un Mediterraneo, per riscoprire l’”accoglienza” dell’Altro,
da troppo oscillante tra:
il mancato rispetto del diritto dei migranti e un trattamento umano
la disponibilità a chiudere un occhio a irregolari, che non rispettano decreti di espulsione.

Oltre all’inadeguatezza quantitativa e qualitativa delle aree dell’accoglienza.
E i senza tetto muoiono al gelo, i naviganti nel mare. Ogni giorno.
Coloro che sceglievano Medicina, facevano studi classici, amavano discutere di filosofia e storia, leggevano l’Eneide. Il poema di Virgilio che racconta l’origine di Roma, attraverso l’epico viaggio degli “sfollati” della guerra di Troia, attraverso il mare, il nostro mare, il Mediterraneo. Migrazione che, unendoci, portava alla vita una straordinaria civiltà di storia, poesia e mito, su cui ancora poggia saldamente l’intera cultura dell’Occidente.
Uomini, donne, anziani e bambini, in fuga dalla morte della guerra, profughi in balia delle onde, che in viaggio tra terre e altre civiltà, diventano storie di migrantes, ospiti del destino.
Migrazioni e Fondazioni, la vera ricchezza e la centralità geo-culturale del Mediterraneo, per la Storia e per le Storie dal passato al presente.
Il viaggio di Enea, della sua gens e compagni, dall’antichità rivela la somma delle “nostre culture mediterranee”, un’algebra di valori positivi, unitari, religiosi e non solo conflittuali nel continuo transito di tracce di umanità che dopo le violenze e il dolore, il pianto dell’Umanità, l’augurio di ritrovarci come Priamo ed Achille a “riconoscere e onorare l’Uno nell’Altro, l’Uomo”.
Vite, passioni, avvenimenti, tempeste…muovono e di conseguenza mutano le Civiltà da cui discendiamo e da cui dipendiamo ancora oggi. Un Viaggio continuo tra terre d’Oriente e d’Occidente che amplia la scena in cui comprendere la complessa gestazione del presente.
Questa è la nostra storia. Orgogliosi di appartenere a questa civiltà millenaria, realizzata da una fuga  di emigrazione, in un mare di sofferenza, lutti , naufragi, fallimenti, delinquenza, nostalgie, guerre di integrazione, rifiuti, sudore. Cultura che esiste attraverso gli Uomini, per i quali ha un senso.
Cura è cancellare ETNOCENTRISMO, comparativo, non accogliente, radicato nell’immobilismo che i propri valori siano i migliori, anzi i soli.
Archetipo invalidante per la Vita degli Altri.
Categorizzazione lontana dalla realtà,  la differenza che crea barriere, non accoglienza.

Curare è cancellare è CULTURALISMO
per cui la cultura possiede un’autorevolezza incommensurabile nella sua singolarità e scade, spesso, nel relativismo, quando accetta ogni modello. Accettare senza comprendere non è accogliere.
Toglie l’appartenenza dalla Nostra Cultura.
Drammatico proprio nei luoghi di Cura, gli Ospedali, in cui non rinasce il Mediterraneo, ma la sindrome del Mediterraneo ; malattia di relazione in cui Medico e Paziente  restano incompresi.
Fragilità di entrambi, in un momento in cui la Medicina non è più una cultura.
Fenomeno di appartenenza a una microsocietà condivisa solo nelle norme e referenze.
L’ospedale é luogo di incontro e di scambi, tra una moltitudine di realtà culturali e sociali, di cui non si tiene conto. L’universalizzazione è sul modo (il protocollo), non nel senso, non nell’ Anima.
La biomedicina ha perso la capacità di accoglienza dell’Altro, che non conosce i nostri codici e perde la Sua identità.

L’impronta umanistica immanente da Ippocrate di Cos proviene dalla considerazione che “Dio ama gli Uomini” :
la medicina era per l’Altro. L’Altro è il Mediatore indispensabile tra me Medico e me stesso (J.P. Sartre) :

Il Medico esiste perché ci sono Persone da curare.
Ci permette di comprendere Noi stessi, di partecipare alla sofferenza. Sta scomparendo, nell’organizzazione, ma anche nel Medico sempre meno capace di condividere,
con-solare (etimo di non fuggire, restare) a dispetto del disagio profondo che dolore e sofferenza dell’Altro provocano in Noi: Ippocrate muore per aver accolto le richieste del morente di Vita, di tempo.

La scienza considera il corpo come oggetto espulso del corpo. L’Anima non può essere obiettivabile, quindi è ignorata.
Si è passati da una valutazione qualitativa ad una quantitativa.
Ma la Salute, se l’Uomo é in simbiosi con l’Universo è relativa: la valutazione dell’assoluto non è quantificabile, come l’Anima.

Nel mondo socio-sanitario la crisi si collega alla tecnologia sempre più approfondita con un distanziamento relazionale crescente dalla realtà umana e sociale dei singoli malati. Il trionfo della tecnomedicina, con i suoi benefici a vantaggio dell’umanità, determina, accanto alla fiducia  di molti, l’insoddisfazione di quanti ritengono che ,oggi, la medicina  ha acquistato in tecnologia quel che ha perduto in umanità relazionale.

La tecnologia e’ davvero scienza? La medicina è davvero scienza?
Scienza e tecnologia non sono sinonimi.
La prima tenta di decifrare la complessità del reale,la seconda è un mezzo che  tende ad autoalimentarsi, a comportarsi come se disponesse di una volontà autonoma, indipendente da quella degli esseri umani. E diventa a sua volta ,magia. Gli esseri umani la adoperano, ma nel momento stesso in cui viene impiegata retroagisce sull’uomo e  lo trasforma.
E’ la genesi di homo technologicus.
E’ il ritorno al desiderio di onniscienza che si traduce in pretesa di onnipotenza. Nel mondo,salute e malattia sono contraddittori.
L’autonomia del Medico è stata da sempre la prima garanzia per il malato di essere curato senza necessità, ma ha subito nel corso del tempo un continuo ridimensionamento, destinato ad accentuarsi.
Il Malato rischia di essere curato sempre meno  senza necessità, sempre più secondo compatibilità e il Medico di essere sempre più “amministrato”, cioè un “non medico”. La professione liberale diventa professione dipendente, sempre più ad autonomia condizionata. Lo Stato, alle prese con problemi finanziari,ha cominciato a includere tra le condizioni di lavoro
anche i modi economici delle prestazioni (sostenibilità, uso ottimale delle risorse, appropriatezza), invadendo il campo della autonomia professionale. Le modalità delle prestazioni richieste sono sempre più quelle che vuole lo Stato e sempre meno quelle che il Medico avrebbe il dovere di assicurare in “scienza e coscienza”.
In tempi di revisione della spesa bisogna risparmiare su tutto, in particolare in ambito sanitario: tornano le idee di Frederick Taylor (1856 – 1915).

«In passato l’uomo veniva per primo, in futuro per primo viene il sistema».
The Principles of Scientific Management

La cura del paziente deve seguire standard analoghi a quelli delle fabbriche di auto.
La durata delle visite è misurata con il cronometro per stabilirne il tempo ottimale.
Le domande da porre al paziente sono previste rigidamente, impossibile procedere a colloqui liberi, come insegna la “medicina narrativa”, per ottenere notizie sullo stato psicologico e sul suo punto di vista quanto alla patologia, per stabilire una relazione.
Eppure un tempo :
“C’era un reparto per gli anziani, un reparto psichiatrico e un servizio di pronto soccorso. Il monastero del Pantocrator, le cui formelle d’oro della iconostasi furono saccheggiate dai Veneziani nel 1204 e compongono ora la Pala d’Oro, vanto di San Marco a Venezia, disponeva di cinque reparti di cui il primo dotato di dieci letti per gli interventi chirurgici. Otto letti del secondo reparto erano a disposizione delle affezioni oculari e intestinali. Dodici letti nel terzo reparto erano riservati alle donne. Altri venti letti in due reparti servivano per malattie generali. Ogni reparto disponeva di un letto libero per emergenze e altri seri per malattie terminali.
L’ospedale era dotato di due medici primari addetti ai venti letti per le patologie generali, ed erano assistiti da tre aiuti e da due medici residenti o sovrannumerati, in tutto sette medici con uno studente e due infermieri. Gli altri reparti erano dotati allo stesso modo. In un ospedale di disessantun letti operavano trentacinque dottori. Il Typicon prescrive inoltre che di notte cinque dottori, quattro maschi e una femmina, fossero presenti in ospedale.
Nel reparto donne operavano due dottori, una levatrice e quattro aiuti, due sovrannumerati e due infermiere. In ogni camera c’era una guardia notturna e un aiuto medico e, per le donne una infermiera di sicura condotta. Dottori e personale erano organizzati in due turni che cambiavano ogni mese.
Due protomenitae decidevano sull’ammissione del malato.
I primikeriori si occupavano del vitto dei pazienti e li visitavano spesso dando disposizioni al resto del personale e fornendo le prime cure agli specializzanti. Un professore di medicina forniva lezioni ai dottori giovani. Ogni giorno il pronto soccorso veniva gestito da quattro dottori sovrannumerati, due dei quali trattavano le malattie e due curavano le ferite, abbastanza consuete nella città bizantina dove le risse erano all’ordine del giorno e della notte, tanto che si dovettero far chiudere le osterie alle venti della sera. Erano assistiti da quattro aiuti chirurghi e quattro aiuti dottori.
Il direttore aveva ordine di non risparmiare nella cura del malato. Il personale subordinato comprendeva tre aiuto farmacisti, due sovrannumeari, un portiere, cuochi e loro aiuti, un mugnaio, un fornaio e un garzone di stalla per i cavalli dei dottori. La dieta era per lo più vegetariana con aggiunta di vino che di domenica veniva sostituito con idromele.
I dottori, ben pagati per i loro servizio, non potevano praticare la medicina al di fuori dell’ospedale.
Giovanni II Comneno esortava inoltre medici e infermieri ad eseguire fedelmente i lori compiti e ad assistere i pazienti come se stessero servendo l’Onnipotente. Stessa esortazione valeva per i cuochi, le serve, i preti e il resto del personale : esortazioni che come sappiamo debbono poi misurarsi con il concreto agire proprio della natura umana.”
(Antonio Carile pag. 86-88 )
”Diet and nutrition affect physical and psychological health, directly influencing individual development, strenght, cognitive abilities, emotions, productivity, fertility and longevity.
Differences of diet among the richer and poorer in any society are also one of the most important markers of their respective status. What foods and how much of them people can afford to serve them selves or are able to acquire on a daily basis, and to offer their guests on festival and ceremonial occasions, are immediate signs of who they are – economically, socially, and culturally. The foods that figure in charitable distributions are also an indication of the aims of the donors and the potential impact of the donation, in both substantive and symbolic terms.” (Amy Singer pag. 92-93)

Il FUTURO
La Medicina in convenzione  sostituisce lo Stato che abbandona.
Consigli per l’uso della nuova mutualità “in convenzione” :
Il rallentamento della crescita della domanda genererà una maggiore concorrenza fra le strutture private e fra queste e il SSN, per assicurarsi maggiori quote di mercato.

Occorre:
1. acquisire/cedere di/a strutture concorrenti
2. ricercare nuovi clienti (in particolare il privato)
3. aumentare l’efficienza nella linea di produzione tagliando rami sacchi, non produttivi e/o quelli “non core”.

Acquisizioni – Cessioni
Oggi il mercato delle acquisizioni, M&A (Merger and Acquisitions),
vede protagonisti  gruppi di dimensioni significative, interessati a target di valore medio alto;
i soggetti finanziari si interessano ad operazioni del valore di decine di milioni di Euro. L’obiettivo è di costituire un gruppo societario con una massa critica sufficiente per competere
ed essere appetibile per gli operatori finanziari o per i grossi gruppi. Ricerca di nuovi clienti
Oggi, programmi e investimenti sono in relazione alle richieste  del SSN,  domani occorrerà scoprire quali prestazioni e servizi saranno richiesti,a che prezzo, cosa offrono i  concorrenti e se sono in grado di “produrre” quanto il mercato richiede, di farlo meglio di altri e con costi e tempi competitivi. Efficienza produttiva.
Uno dei principali gruppi sanitari ha rivoluzionato l’approccio produttivo nelle case di cura applicando le stesse regole della produzione industriale. L’1% degli abitanti del Mondo possiede metà della ricchezza del Pianeta. Mai c’è stata tanta salute nel mondo, mai tante Persone  hanno perso la Vita per malattie prevedibili e curabili.
In Italia, l’attesa di Vita è scesa e le proiezioni nei prossimi anni sono drammaticamente al ribasso.
La mortalità infantile per tumori in Italia è stata, lo scorso anno, la più alta d’Europa.

Con la crisi diminuiscono gli italiani che si curano.
11 milioni gli italiani a causa di ticket sempre più alti e lunghe liste d’attesa, non si curano più,2.400.000 gli anziani  (Censis)
Rinuncia alle cure sia circa un italiano su dieci. (Cittadinanzattiva)

Ma …il denaro non prevale su tutto : nei Paesi ricchi si vive meno a lungo.

Negli Stati Uniti la spesa sanitaria per abitante è oltre quattro volte più alta di quella registrata in Grecia o in Cile nel 2014.
L’aspettativa di vita media in America è oltre due anni inferiore a quella della Grecia e del Cile.
Nessuna correlazione fra quanto spende in ospedali, macchinari o ricerca medica e personale sanitario il Paese più ricco e tecnologico e quanto a lungo sopravvivono i suoi abitanti.

Noi siamo nel mezzo. Non la logica economica ma Anima dell’Uomo : la Filantropia.

“Nessuno sia “scartato” nella prestazione delle cure mediche, specie i “più poveri”.
Se si guarda all’Uomo nella sua totalità si può avere uno sguardo di particolare intensità ai più poveri, ai più disagiati ed emarginati.
La conoscenza ha bisogno di progredire facendo le domande e trovando le risposte sull’origine, il senso e la finalità della realtà, uomo incluso”.
  Papa Francesco 1°settembre 2016

Sensibilizzazione, ricerca, accesso alle cure, ridare humanities  alle accademie.
AGAPE, accogliere con amicizia, trattare con affetto.
Amore del prossimo, disinteressato: dare senza chiedere nessuna contro partita, compassione che non è pietà se non quella della Pietas Romana, rispettando l’Altro, riconoscendolo nella sua Alterità, nella ricchezza, nella Sua, nella Nostra  Diversità.

La Filantropia (Amore di Dio), per quanto abbia un carattere politico, sociale e istituzionale (organizzativo) non cede alle logiche del mercato.
Se noi siamo la mente, la volontà, di un Dio immanente abbiamo un compito: creare e vivere un’Etica che migliori la Vita Umana.

Non sta a Te completare l’opera, ma non sei libero di sottrartene”. (Talmud)
Le Fondazioni oggi, l’imperatore di Bisanzio ieri.

 

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