Al Teatro Donizetti di Bergamo, stanotte, si dorme.
Costa 38 euro. Ti danno un kit con cuscino, lenzuolo, salvietta per sciacquarsi la faccia con la chimica al risveglio e, quando sei lì che ti stiracchi (e si suppone sarai un po’ indolenzito, perché si dorme per terra), arrivano col caffè e la brioche.

L’idea mi fa venire in mente Walt Disney de “La bella addormentata”. Il Teatro infatti è stato svuotato di sedie e drapperie, perchè bisogna ristrutturarlo. I lavori dureranno due anni. E il direttore artistico, che di nome fa Francesco Micheli come il meraviglioso mecenate e musicofilo e musicista ma non è lui, ha pensato di salutare il suo teatro facendoci addormentare dentro gli spettatori. Funziona così. Tu entri, ti sistemi, ti fai la cuccia. Intorno a te, proprio intorno, non solo di fronte, un gruppo di musicisti suona per 9 ore. Le musiche sono state scelte per accompagnare le varie fasi del sonno e, sfortunatamente, ci sarà anche musica elettronica, non credo house, perché sfido chiunque a dormire quando le vibrazioni musicali sono state congegnate allo scopo di sovraeccitarti. Però chi lo sa.

Penso a tutte quelle persone che dormono, e ai musicisti che suonano. Si chiama “sleep concert” e magari c’entra un po’ il marketing, cosa non si inventerebbe per far andare la gente nei teatri? A Berlino l’hanno già fatto e il 15 luglio lo rifaranno al Concertgebouw di Amsterdam. Non so perché, ma mi piace immaginare la scena. Mi viene in mente l’omino del sonno del racconto di von Kleist,che è un po’ pauroso, ma anche Puck folletto, che spreme sugli occhi di Titania il succo della viola del pensiero mentre dorme, perché si innamori del primo uomo che vedrà svegliandosi, e peccato che abbia la testa d’asino, poi si saprà perché. Mi pare che in quel teatro, stanotte, abiti la Fantasia. Così provo a andarci anche io, ma col pensiero, perché il mondo vero è non tollerabile, il più delle volte.

Antonella Boralevi

 

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