È la notte di San Lorenzo: per qualche giorno la Terra incontra le Perseidi. Detriti dispersi, scie luminose che prendono il nome da una cometa che ha il suo radiante (punto da cui sembrano provenire tutte le meteore) proprio nella costellazione del Perseo.

Le stelle cadenti nell’agiografia evocano i carboni ardenti con cui venne arso vivo secondo la leggenda di San Lorenzo martire, o forse sono le lacrime che pianse.

Quanti furono arsi vivi dopo di lui nelle persecuzioni, e nelle rivoluzioni che hanno visto due entità opposte e antagoniste. In odore di santità, in profumo di eresia: in realtà non c’è differenza, se la ricerca è quella della verità. Profumo di fiori, profumo di donne, di uomini, di pace. Volti unici, evocativi, appassionati. Affamati di libertà, di ascolto. Motivati e coraggiosi, intrepidi. Un fiore, una baionetta. Una borsa piena di appunti universitari, un tank e il fuoco.

Il pendolo della storia oscilla, seguendo meccanismi reconditi. L’inaspettata capacità di andare oltre, lanciando il cuore oltre le barriere, con spirito di avventura, pensando un mondo nuovo, una realtà senza confini, determinano il ricongiungimento.

Nel futuro tracce di passato si uniscono a brandelli di presente, ad ogni viaggio reinventarsi un mito, ad ogni incontro ridisegnare il mondo e perdersi nel gusto del proibito andare nella notte che ti avvolge scrutando delle stelle il tremolare in alto l’Orsa, è un sogno che ti volge diritta verso il nord della Polare.… andare verso isole incantate … (Francesco Guccini, Odysseus 2004).

La Storia si ripete, incastonata come un diamante, in un Tempo ciclico.

Per gli Stoici i pianeti, disposti nella stessa costellazione per lunghezza e larghezza, là dove ciascuno era fin da principio, quando nacque il Cosmo, effettuano la conflagrazione e la distruzione di tutte le cose, e poi nuovamente dall’inizio. Il Cosmo si ristabilirà nella stessa forma muovendo nuovamente gli astri in maniera simile. Ciascuno di essi tornerà a compiere senza variazioni il suo giro.

Questo rinnovamento del tutto non avverrà una sola volta, ma più volte: o piuttosto, avverrà che le stesse cose si ricostituiscano nella stessa forma, all’infinito. (Nemesio, De natura hominum, 38)

Ma la circolarità è il modo più stabile per pensare il mutamento.

Disobbedienza, ribellione. Essere se stessi in un mondo che cerca continuamente di uniformare è la più grande delle conquiste. “Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine…” (Giovanni Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate)

La differenza è in chi inspira il profumo, come in chi non solo riconobbe la stella, ma ebbe il coraggio di seguirla nell’ignoto. L’aroma della verità non si definisce, non ha limiti. Si tramanda solo a chi lo riconosce tra mille dozzinali fragranze e sceglie, ereticamente, filosoficamente, di seguirlo.

Essere fiori nel deserto.

Fiorire, anche nei territori più impervi. Sprigionare il proprio profumo, lasciare un segno.

Ricercare la propria essenza, con un doppio significato: l’universale natura di ciò che siamo. Nel ritorno all’Unicum, nel ritrovamento della nostra nota, nell’espressione massima del nostro esistere.

Varcare i confini, superare limiti (auto)imposti. Pensare, immaginare, sognare di andare Oltre: una barricata, un muro, una schiera di soldati armati, una legge coercitiva, un’imposizione; un’idea.

“Tutto ciò che è geniale, eroico, procede dalla contemplazione”

Contemplare: osservare attentamente il cielo. Che a sua volta si fonda sul templum. Tempio cosmico la cui volta è il cielo stellato, le cui colonne sono i monti.

La potenza del desiderio che scaturisce in questa notte.

Da una motivazione, un ideale, un seme che germoglia nel territorio più avverso, spinto da uno slancio, una forza intrinseca intrepida e imperturbabile di fronte alla propria ricerca di Bellezza, al proprio Skopos. Non nella frenesia è la creazione geniale, ma nell’oasi contemplativa per la propria vita e per i doni che la natura ha elargito a ognuno. A noi la scelta di onorarli.

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