I grandi difensori della natura sono sempre pronti, giustamente, a battersi per la sopravvivenza dello scoiattolo rosso minacciato dal proliferare dello scoiattolo grigio. E tutelano ogni diversità botanica contro l’omologazione degli Ogm. Poi, però, quando si passa all’Uomo, il fascino della differenza viene dimenticato. In nome di una omogeneizzazione che piace tanto alle multinazionali perché consente di produrre lo stesso articolo, in ogni parte del mondo, per consumatori identici. Il mondo, però, è fortunatamente ancora un arazzo composto da popoli diversi, anche se minacciati.
E del “Grande arazzo del Mondo” si discuterà a Montagnaga di Piné, in Trentino, dal 13 al 16 luglio nel corso del quattordicesimo workshop organizzato dal Centro studi Vox Populi e dal think tank Il Nodo di Gordio. Un appuntamento che vedrà la presenza di ambasciatori italiani e stranieri, docenti universitari, analisti militari, studiosi, giornalisti. Per affrontare i temi posti dal cambiamento dello scenario internazionale, alla luce del fallimento delle teorie di Fukuyama che aveva predetto la fine della storia. Invece la storia non è finita e si è vieppiù ingarbugliata. Dal duopolio Usa-Urss si è passati all’unico impero americano per ritrovarsi poi con le “tre Torri”: Usa, Russia e Cina. Ma crescono nuove potenze, a partire dall’India, mentre l’Europa resta – nonostante tutto – un gigante economico ma non riesce ad uscire dal suo angolo di nano politico.
Sulle montagne trentine si parlerà di politica internazionale, di nuovi scenari economici, di opportunità di nuove relazioni, di problemi legati alle migrazioni (al workshop sarà presentato il volume “Nuovi figli di Enea”, edito dai due centri studi) e di iniziative per superare le difficoltà odierne trasformandole in nuove opportunità di confronto e di incontro. Evitando, però, assurde confusioni e mescolanze. Gli scambi culturali presuppongono la diversità culturale, in caso contrario non ci sarebbe nulla da scambiare, nulla da conoscere. Il rispetto, doveroso, è ben diverso dalla negazione di sé. E proprio il Trentino è un esempio virtuoso della convivenza di popoli diversi. Non a caso il programma del workshop prevede anche un incontro nella Valle dei Mocheni-Bersntol, una valle abitata da una minoranza di ceppo germanico che tutela la propria lingua, le tradizioni, la cultura locale e che ha un continuo e proficuo rapporto con le altre popolazioni del Trentino. Un modello che viene studiato anche a livello internazionale, come possibile via d’uscita per risolvere conflitti pluriennali a partire da quello del Nagorno-Karabak. E la presenza, al workshop, dell’ambasciatore dell’Azerbaijan rappresenta un segnale incoraggiante per una soluzione pacifica del conflitto.