Fukushima 2011, Stati Uniti – fiume Animas 2015, emergenza rifiuti in Italia 2008, scorie di fonderie altamente tossiche sepolte sotto l’autostrada A31 scoperte nel 2012, il PIL crolla, la disoccupazione impenna, la produzione industriale precipita e alcuni quotidiani parlano di un Paese da ricostruire a causa di un decennio considerato una catastrofe epocale.

Eppure una parte consistente di popolazione, quella che riceverà l’eredità dell’attuale classe dirigente, che alcuni definiscono ribelle e parcheggiata nelle università, continua a sognare e contribuisce, sotto gli occhi increduli e interdetti di chi sino a ieri decideva per loro, al cambiamento e alla realizzazione di un mondo migliore.
Questi sono i giovani che nonostante un decennio di crisi economica, nonostante un livello di disoccupazione ai massimi storici e un’estrema incertezza per il futuro scelgono di non avere paura e di mettersi in gioco. Dal Nord al Sud in Italia si moltiplicano le imprese giovanili costituite da under 35 e tante di queste stanno innovando il Paese incuranti delle zavorre del passato. Le aziende agricole di famiglia vengono convertite in Biologiche e Biodinamiche, l’edilizia diventa sostenibile, l’artigianato torna ad essere di lusso e la finanza sposa l’etica e l’indipendenza.

Il macro ambiente in cui crescevano ha tentato in tutti i modi di scoraggiarli ma loro non hanno ceduto e hanno stretto i loro sogni non per proteggerli in un cassetto da riaprire nei momenti di nostalgia ma per concretizzarli e fare di questi la propria realizzazione personale e professionale.

Studiano, si specializzano, si affacciano sul mondo per raccogliere strumenti con cui competere in una realtà esigente che non regala opportunità. E se non dovesse funzionare?
Si reinventeranno perché hanno con se una grande risorsa: la voglia di farcela.

 

Alessandro Zoni e Monica D’Imperio

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